Oggi parliamo un pò del concetto Plastic Free, ovvero sul “Mondo senza plastica”. Parliamo di plastica in generale come materiale, senza calarsi nelle varie tipologie e singoli impieghi, in quanto, non intendiamo affrontare problematiche tecniche, bensì riportare nella giusta prospettiva il rapporto tra l’uomo e la materia che lui stesso ha inventato. Perchè oggi siamo arrivati a demonizzare la plastica che in realtà ha fatto fare all’uomo un salto qualitativo della vita enorme, se pensiamo solo alla conservazione degli alimenti? Come ben sappiamo la plastica è attualmente, insieme alle emissioni di CO2, uno dei principali problemi di inquinamento che sta letteralmente soffocando il nostro pianeta. Ma quanto è responsabilità delle imprese e quanto è responsabilità degli utilizzatori finali? Comprendiamo che pioveranno critiche, ma a nostro parere, va fatta anche un’analisi, non solo di quanta plastica viene prodotta, ma anche e soprattutto di come le persone utilizzano i beni in materiale plastico che hanno a disposizione e di come il loro comportamento possa in realtà condizionare la produzione delle imprese e non viceversa.
E’ come dire che la colpa dell’alta velocità, che ha causato un incidente, è dell’auto e non di chi la guida. Tanti anni fa c’era addirittura un cartone animato su questo paradosso. Eppure è ciò che succede con la plastica oggi.
I consumatori finali devono comprendere che hanno il potere di cambiare il mondo, a prescindere da tutte le aziende e dai loro prodotti, anzi sono proprio i primi che determinano la prosperità o il fallimento di queste ultime. Ed è l’uso che essi fanno a fine vita dei prodotti che ugualmente determina, e ha determinato, la situazione di degrado in cui oggi viviamo. Quando ci rechiamo presso aziende spesso ci sentiamo dire dai dipendenti che “tanto questa azienda è insostenibile”: e noi domandiamo :”ma voi lo siete? Cosa fate per esserlo fuori e durante il lavoro?” . Fare consulenza in sostenibilità oggi non è solo fare consulenza alle aziende che vogliono cambiare un prodotto o gestire meglio i rifiuti, o migliorare i processi, significa soprattutto fare formazione, creare una cultura nelle persone affinchè con strumenti e insegnamenti adeguati possano fare scelte consapevoli e migliori, addirittura facendosi proattivi nell’aiutare gli altri trasmettendo quanto appreso. Si la plastica è un grande problema, ma attualmente non è pensabile farne a meno, se ne può tuttavia, ridurre però drasticamente il consumo su determinati prodotti e soprattutto smaltire correttamente quella utilizzata. Un cambiamento di tal genere è sicuramente possibile anche nell’immediato. In questa ottica, comprendendo che sono le aziende che ci chiedono consulenza ma che esse sono composte da persone che hanno famiglie e quindi da componenti della società, abbiamo pensato di affiancare ai progetti di sostenibilità diretti all’azienda progetti di sostenibilità indirizzati ai dipendenti e alle loro famiglie affichè il cambio verso la sostenibilità sia seguito di pari passo non solo dall’impresa ma dal contesto sociale in cui essa si trova. Ciò farà anche percepire meglio alla comunità lo sforzo che l’azienda sta facendo e la quantità di risorse e ricerca che vi impiega. Così è nato il nostro sistema di welfare sostenibile, di fring benefit sostenibili o di gratifiche natalizie sostenibili, che sono accompagnati da piccole pillole formative e brochure che possono essere poi agevolmente riportate in famiglia.
Sostenibilità tra equilibrio delle esigenze e connessione dei sistemi
E cominciare anche con piccoli progetti come quelli sopra accennati di welfare, significa cominciare a connettere connettere tra loro ambiente, persone e impresa verso un equilibrio di esigenze che creano coscienza di sostenibilità e quindi predispongono gli attori a dirigersi verso uno sviluppo ulteriore potendo fin da subito percepire la differenza tra i comportamenti passati e quelli che è possibile compiere.
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